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Dalla cellulosa intessuta naturalmente dai batteri durante la fermentazione.

SYDNEY - Dall'uva non si produrrà più solo il vino, ma anche i vestiti. Per la precisione dal sottile strato di cellulosa che si forma sopra il mosto durante la fermentazione del vino. L'idea è venuta allo scienziato australiano Gary Cass, dell'Università dell'Australia Occidentale di Perth, che però precisa subito: «È solo una provocazione, il procedimento non può essere sfruttato per la grande produzione», ha detto Cass, a cui l'idea è venuta anni fa quando ha lavorato in un'azienda vinicola. I «vestiti dalle cantine» sfruttano le fibre di cellulosa intessute naturalmente dai batteri durante la fermentazione del vino.
FIBRE TROPPO CORTE - Dopo la raccolta dai tini, le fibre vengono stese su un modello gonfiabile che riproduce le fattezze del corpo. Le fibre poi si restringono modellandosi esattamente nella forma che del modello, che poi viene sgonfiato. «Il problema è che le fibre così ottenute sono troppo corte e non sono flessibili», ammette Cass. «Quando perdono umidità, si induriscono e si spezzano. Il prossimo passo è cercare di realizzare fibre più lunghe per renderle flessibili». In effetti questi vestiti hanno un piccolo noioso inconveniente: devono essere tenuti costantemente bagnati per evitare che si riducano a pezzetti.
15 marzo 2007 da http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2007/03_Marzo/15/vestito_vino.shtml


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